Come applicarla alla logistica?
CSR è l’acronimo di “Corporate Social Responsibility”, che la Commissione europea descrive come «un concetto in base al quale le aziende integrano gli interessi sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nella loro interazione con gli stakeholder su base volontaria».
Come vero impegno, questa politica mette in evidenza il ruolo di ciascuna impresa (microimprese, PMI, aziende di medie dimensioni) nel raggiungimento degli obiettivi ambientali, sociali ed economici della società nel suo complesso. Qualunque sia la loro dimensione, settore o scopo! La CSR è per tutte le aziende che cercano di avere un impatto positivo sui temi dello sviluppo sostenibile e che desiderano inserire una dimensione ecologica e sociale nei valori della loro organizzazione. Con un ambito definito dallo standard internazionale ISO 26000, la CSR si concentra su 7 aree di sviluppo:
- Governance
- Diritti umani
- Rapporti e condizioni di lavoro
- L’ambiente
- Corrette pratiche operative
- Problemi relativi al cliente/consumatore
- Lo sviluppo del territorio e delle comunità
Il quadro della responsabilità sociale delle imprese (CSR), come definito dallo standard ISO 26000, può anche essere adattato in modo più specifico alle problematiche e alle sfide della logistica. In questo caso, si concentrerà più in particolare sulle aree associate al flusso fisico delle merci, al trasporto, allo stoccaggio, all’immagazzinamento, alla movimentazione e all’imballaggio. Il CILOG (comitato interministeriale francese per la logistica) ha lavorato per adattare e consentire lo sviluppo di 5 temi chiave:
Source : France logistique x CILOG
Référentiel de responsabilité sociétale des entreprises (RSE) en logistique | Ministères Écologie Énergie Territoires (ecologie.gouv.fr)
Possiamo vedere che le questioni relative alla decarbonizzazione e, più in generale, agli obiettivi di CSR non sono più opzionali. Inoltre, molti grandi gruppi hanno ora dipartimenti CSR. Numerosi requisiti e aspettative stanno crescendo mentre investitori, clienti, fornitori, dipendenti e politiche normative stanno facendo pressione sulle aziende affinché agiscano.